17 luglio 1943: nella sua comunicazione alla famiglia Ermenegildo Barboni potè solo cancellare la frase “Sono ferito lievemente” e lasciare le altre comunicazioni.
Ermenegildo Barboni può scrivere a casa grazie alla mediazione della Croce Rossa. In questo tipo di comunicazione alla famiglia il prigioniero non poteva scrivere nulla pena la distruzione della missiva.
“Sento che mi aspettate a casa, un giorno verrò” scrive Ermenegildo nella cartolina. La cartolina era indirizzata al figlio maggiore Alberto, chiamato come il padre di Ermenegildo che era morto, e con ogni probabilità ad uno dei nipoti che vivevano nella stessa casa in via Stradone
Nell’agosto del 1943 Giordano scrive alla sorella Bruna di aver spedito il documento che serviva per far tornare a casa il fratello Mario e chiede notizie del figlio piccolo di nome Renzo.
02: questa è la prima lettera che si conserva nel fascicolo ed è di Pietro che fu prigioniero in un campo di concentramento in Germania dall’8 settembre del 1943 al 22 giugno del 1946. Pietro, che scrive in un ottimo italiano rincuora la madre: “Circa la corrispondenza di Ugo e di Lino [Angelo] state pur certi che presto l’avrete. E lo so, mamma cara, è lunga l’attesa ma fra breve tutto si ristabilirà, tutto tornerà come prima, e sono certo che nel domani avremo migliore avvenire.”
03: Pietro rincuora la madre che non ha ancora avuto notizie dei fratelli: “Cerchiamo quindi di dare a questa attesa l’ansia che gli spetta, non la tristezza e il dolore, poiché ancora nulla sappiamo. Se Lino [Angelo] ha scritto il 17 luglio vuol dire che è riuscito ad evitare la più dura burrasca e se non ancora scritto, avrà subito la sorte di Ugo. Sii calma, mammina cara,. Non piangere, non abbatterti, sii forte, serena e credi fermamente, poiché io sono pienamente convinto che in ogni istante della giornata il pensiero dei tuoi figli lontani vola a te per portarti conforto e certezza di ritorno.”
04: la lettera di Ugo del 9 luglio del 1943 porta in incipit la scritta “Mi trovo da 60 giorni prigioniero”. Ugo, è celibe e prima della guerra svolgeva il lavoro di calzolaio. E’ il giorno del suo trentunesimo compleanno e di augura che Santa Elisabetta lo protegga. Anche Ugo scrive un ottimo italiano e anche Ugo rincuora i genitori con dolcissime parole: “Mamma cara, sii forte, sempre ti ricordo con gioia immensa, affetto e devozione, e prego sempre Iddio, che ti assista e protegga! Caro Babbo, spero che sarai sempre in buona salute e sempre in gamba! Ti penso con affetto, consola e conforta la Mamma”. Ugo è ansioso di avere notizie dei due fratelli: “Spero che Lino sarà in ottima salute e non corra nessun pericolo. Se verrà a casa salutatelo e baciatelo per me. […] E Pirì [Pietro] si trova ancora a casa?? oppure si trova nelle stesse condizioni di Lino? Se sì, quando verrà a acsa ditegli che il mio pensiero è sempre rivolto a Lui. Salutatelo e baciatelo per me.”
05: nel novembre del 1945 Ugo, ancora lontano da casa, scrive ai famigliari: “Ora si avvicinano le feste di Natalizie e mi sento invaso da una profonda tristezza pensando che dovrò trascorrerle anche quest’anno lontano da voi.”
La Croce Rossa comunica alla famiglia Piva le buone condizioni di salute del fratello Antonio che il 22 settembre del 1943 era partito da Trieste per destinazione ignota.
Il testo della cartolina del fratello Antonio 4 giorni prima dell’8 settembre
Lettera del fratello Guerrino al padre dalla prigionia in India. Guerrino chiede notizie dell’altro fratello Natale, che era stato richiamato alle armi. Guerrino chiede notizie di tutta la famiglia anche della sorella Italina di cui non ha notizie da molto tempo.
02: Prima lettera da un campo di prigionia in India di Libero, che rincuora la mamma.
03: nella seconda lettera dalla prigionia Libero si trova in un campo in Australia, nei pressi della città di Cowra, Stato del North South Galles. La lettera non è datata, ma la guerra è finita e Libero è in contatto con il fratello Bruno che si trova in un altro campo di prigionia australiano.
04: la prima lettera dalla prigionia di Bruno è datata 13 maggio 1943 e proviene dall’India. Bruno, informato della prigionia del fratello Libero, scrive alla madre Seconda: “ Cara mamma, come vedi purtroppo anche il 43 ci tocca farlo nel solito posto, ti dico la verità è da parecchio che mi sono stancato specialmente ora che nella mia famiglia vi sono stati dei cambiamenti che da parte mia avrei gradito molto di assistere […] pazienza, aspetterà impaziente ma però sempre fiducioso in tutto e sono disposto a dare del coraggio anche a te sai …. perché viene quel grande giorno che con una sola parola ci premia dei grandi sacrifici.”
05: la seconda lettera di Bruno è due anni dopo, datata 6 settembre 1945: “ Cara Mamma, mi devi scusare se per un po’ di tempo non ti ho scritto, credo che per ora non sia il caso di dare spiegazioni. Guarda la data e così potrai capire il mio stato d’animo, tutto è finito, mamma, sofferenze, privazioni di questi lunghi anni. Sono partito ancora bambino, ritorno uomo, forse stanco, ma sempre allegro come un tempo. Mamma, dopo tanto sono riuscito a trovare Libero, ora mi trovo con lui al campo […]. S’attende quella nave che ci porterà nella nostra bella terra così potrò riabbracciarti mamma e dire di nuovo come è bella la vita dopo aver dimenticato tutto.”
La lettera del maggio del 1943 di Antonio a Guerrino è commovente: il fratello maggiore lo avverte che non potrà tornare a casa per un po’ per via di un litigio con un ufficiale: “cosa vuoi farci, siamo sotto la disciplina, vero, ma io i miei sentimenti li dico dinnanzi a tutti […] ancora non si sa la nostra partenza, sempre coraggio”
Richiesta di sussidio
Secondo, padre di Paolo e Renato fa richiesta di sussidio militare che gli fu tolto l’8 settembre 1943 “causa lo svolto della nazione”. Nella lettera Secondo informa il Sindaco che il figlio Renato è prigioniero in America e il figlio Paolo è tornato da poco dalla prigionia in Tunisia ed è ricoverato all’ospedale Rizzoli di Bologna poiché ha subito l’amputazione della gamba sinistra.
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