Item
Marino Pascoli
Nominativo
Marino Pascoli
Biografia
Quello di Marino Pascoli è un fascicolo scarno di documenti.
Marino, aggregato al 93° Reggimento Fanteria, Seconda Compagnia, verso la fine del 1942 viene trasferito a Centocelle, sede di un importante aeroporto e di istallazioni militari e alla fine, nella confusione dell’estate del 1943, riesce a ritornare a casa. Entra nel movimento clandestino repubblicano frequentato da vecchi amici di famiglia come Arnaldo Guerrini, Pietro Bondi e Edgardo Bendandi, futuro sindaco di Russi nel dopoguerra.
Marino verrà arrestato il 5 gennaio del 1944 con altri antifascisti, in un blitz che aveva come obiettivo Arnaldo Guerrini che interrogato e torturato morirà a Cervia l’8 luglio del 1944.
Marino verrà presto rilasciato per poi essere nuovamente arrestato nel luglio del 1944 in un rastrellamento dei nazifascisti nelle zone di Camerlona e Piangipane. Riuscirà a scappare e a prendere la via della montagna assieme all’amico Sauro Morigi di Gambellara.
Per sei mesi farà parte della 29° GAP Gastone Sozzi comandata da Luciano Lama.
La componente politica prevalente della Brigata era di matrice comunista, ma Marino risultò essere perfettamente integrato e con coraggio e lealtà ricoprì il ruolo di vicecomandante di compagnia fino al 19 febbraio del 1945, quando arrivò il congedo. In quei mesi mantenne i contatti con la famiglia grazie alla staffetta partigiana Idelma Mazzoni.
Nel dopoguerra Marino diventò corrispondente del Giornale dell’Emilia e della Voce di Romagna, organo di stampa del Partito Repubblicano ravennate. Da queste pagine Pascoli denunciò con lucidità e coraggio le storture che immancabilmente arrivarono poiché, da partigiano e antifascista, si dichiarava pronto a battersi per difendere la democrazia appena conquistata da ogni tipo di violenza e contro ogni forma totalitaria e illiberale.
Fu in quel clima di tensioni ideologiche e minacce fra comunisti e repubblicani che iniziò una campagna diffamatoria nei sui confronti.
Il 4 gennaio del 1948, una domenica sera di ritorno a Santerno dalla stazione di Mezzano, cadde vittima di un’imboscata. Ai suoi funerali, con un discorso tenuto dall’onorevole Aldo Spallicci, partecipò una folla imponente. I responsabili dell’omicidio di Marino Pascoli non furono mai identificati.
Marino, aggregato al 93° Reggimento Fanteria, Seconda Compagnia, verso la fine del 1942 viene trasferito a Centocelle, sede di un importante aeroporto e di istallazioni militari e alla fine, nella confusione dell’estate del 1943, riesce a ritornare a casa. Entra nel movimento clandestino repubblicano frequentato da vecchi amici di famiglia come Arnaldo Guerrini, Pietro Bondi e Edgardo Bendandi, futuro sindaco di Russi nel dopoguerra.
Marino verrà arrestato il 5 gennaio del 1944 con altri antifascisti, in un blitz che aveva come obiettivo Arnaldo Guerrini che interrogato e torturato morirà a Cervia l’8 luglio del 1944.
Marino verrà presto rilasciato per poi essere nuovamente arrestato nel luglio del 1944 in un rastrellamento dei nazifascisti nelle zone di Camerlona e Piangipane. Riuscirà a scappare e a prendere la via della montagna assieme all’amico Sauro Morigi di Gambellara.
Per sei mesi farà parte della 29° GAP Gastone Sozzi comandata da Luciano Lama.
La componente politica prevalente della Brigata era di matrice comunista, ma Marino risultò essere perfettamente integrato e con coraggio e lealtà ricoprì il ruolo di vicecomandante di compagnia fino al 19 febbraio del 1945, quando arrivò il congedo. In quei mesi mantenne i contatti con la famiglia grazie alla staffetta partigiana Idelma Mazzoni.
Nel dopoguerra Marino diventò corrispondente del Giornale dell’Emilia e della Voce di Romagna, organo di stampa del Partito Repubblicano ravennate. Da queste pagine Pascoli denunciò con lucidità e coraggio le storture che immancabilmente arrivarono poiché, da partigiano e antifascista, si dichiarava pronto a battersi per difendere la democrazia appena conquistata da ogni tipo di violenza e contro ogni forma totalitaria e illiberale.
Fu in quel clima di tensioni ideologiche e minacce fra comunisti e repubblicani che iniziò una campagna diffamatoria nei sui confronti.
Il 4 gennaio del 1948, una domenica sera di ritorno a Santerno dalla stazione di Mezzano, cadde vittima di un’imboscata. Ai suoi funerali, con un discorso tenuto dall’onorevole Aldo Spallicci, partecipò una folla imponente. I responsabili dell’omicidio di Marino Pascoli non furono mai identificati.
Data di nascita
1923
Bibliografia
Identificativi
414