17 luglio 1943: nella sua comunicazione alla famiglia Ermenegildo Barboni potè solo cancellare la frase “Sono ferito lievemente” e lasciare le altre comunicazioni.
Ermenegildo Barboni può scrivere a casa grazie alla mediazione della Croce Rossa. In questo tipo di comunicazione alla famiglia il prigioniero non poteva scrivere nulla pena la distruzione della missiva.
“Sento che mi aspettate a casa, un giorno verrò” scrive Ermenegildo nella cartolina. La cartolina era indirizzata al figlio maggiore Alberto, chiamato come il padre di Ermenegildo che era morto, e con ogni probabilità ad uno dei nipoti che vivevano nella stessa casa in via Stradone
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